Bonifica e responsabilità: il concetto di più probabile che non..

Bonifica e responsabilità: il concetto di più probabile che non..

Bonifica e responsabilità: il concetto di “più probabile che non”.
Alla ricerca del “colpevole”
TAR Lombardia Brescia n. 766/2018
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Bonifica e responsabilità: il concetto di “più probabile che non”.

E’ interessante il percorso del TAR nell’individuare la responsabilità del proprietario che crede di essere incolpevole ma in realtà non lo è.
La questione attiene all’onere di bonifica in capo da una Società non solo sul proprio terreno di proprietà e dunque sul sito in cui svolgeva la propria attività industriale ma anche lungo le “sponde del Mincio” ossia in zona perimetrale e limitrofa al sito ed esterna. La Società si oppone a questa residuale bonifica adducendo di non esserne responsabile e portando in giudizio elementi che pongono dubbio sulla riconoscibilità dell’evento alla sua attività.
Il TAR espone il lungo decalogo che conferma la responsabilità solo di colui che ha inquinato (chi inquina paga) e conclude però che la Società è la “responsabile” anche dell’inquinamento dell’area limitrofa (non di sua proprietà) applicando il principio civilistico del “più probabile che non” . Secondo il TAR gli elementi di causa riconducevano la responsabilità alla Società con alta probabilità. Continua il TAR adducendo che la prova a discarico– ovvero che l’inquinamento dell’area esterna non era riferibile alla società bensì ad altri soggetti – era a carico della società, tenuta anche ad indicare nome e cognomedella terza inquinatrice. Il TAR dunque impone l’onere  alla amministrazione di ricercare il  “colpevole”, a carico della Società stessa .
In particolare: continua lettura articolo TAR 766 – Bonifica e responsabilità: il concetto di “più probabile che non”. 

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Le parole hanno conseguenze….

Le parole hanno conseguenze….

Le parole hanno conseguenze....

Le parole hanno conseguenze…

Linee Guida “osservatori sulla Giustizia civile”

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Le parole sono armi, bisogna saperle usare. Studio Legale Ambiente segnala il decalogo del “Linguaggio non ostile” dentro e fuori il processo, che si pone in continuità con altre linee Guida (già segnalate su questo sito). Manifesto di intenti rivolto a Giudici e Avvocati ma che può essere adattato a qualunque contesto.

Il punto 6 del decalogo indica che le parole hanno conseguenze “…potrebbe creare sofferenza, generare false aspettative, esasperare il conflitto…”. Pensiamo al mondo delle “chat”, alle comunicazioni televisive, al modo in cui ci poniamo verso gli altri, in quanti modi può essere espresso il medesimo bisogno. Ormai assistiamo sempre più spesso a comunicazioni dal tono “barbaro”, incivile, irrispettoso; i media  ci innondano di tale comunicazione che, infine, sembra normale. Purtroppo. Siamo senza difesa? Dipende da noi.

http://www.milanosservatorio.it/wp-content/uploads/2022/07/linee-guida-linguaggio-non-ostile-dentro-e-fuori-il-processo.pdf

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Decreto AIUTI/QUATER – Resilienza, decarbonizzazione? Non più….

Decreto AIUTI/QUATER – Resilienza, decarbonizzazione? Non più….

Resilienza, decarbonizzazione? Non più….

AIUTI QUATER – DL 176/2022

A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri – 19.11.2022


Pubblicato in Gazzetta ufficiale del 19.11.2022 il DL 176/2022 destinato agli interventi urgenti sull’energia, sulle bollette, sul gas.

Si avverte il cambio di “passo” all’art. 6 del Decreto Aiuti 4, che espunge dall’art. 20 del DL 17/2022 (L. 34/2022 vigente dal 18.5.2022) le parole

  1. “decarbonizzazione” – sostituita con “ottimizzazione”
  2. “resilienza” – che ci ha accompagnato in tutto il periodo covid, divenuta di uso comune, –  sostituita da “sicurezza”.

Le parole hanno importanza. Si riporta l’art. 20 comma 1 del DL 17/2022 come modificato dal DL 176/2022 (Aiuti 4):

  1.   Allo scopo di contribuire alla crescita sostenibile del Paese, alla decarbonizzazione ottimizzazione del sistema energetico e per il perseguimento della resilienza sicurezza energetica nazionale, il Ministero della difesa, anche per il tramite della società Difesa Servizi S.p.A., affida in concessione o utilizza direttamente, in tutto o in parte, i beni del demanio militare o a qualunque titolo in uso al medesimo Ministero, «ivi inclusi gli immobili individuati quali non piu’ utili ai fini istituzionali e non ancora consegnati all’Agenzia del demanio o non ancora alienati,» per installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, anche ricorrendo, per la copertura degli oneri, alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Missione 2, previo accordo fra il Ministero della difesa la struttura dell’autorita’ politica delegata per il PNRR e il Ministero della transizione ecologica, qualora ne ricorrano le condizioni in termini di coerenza con gli obiettivi specifici del PNRR e di conformità ai relativi principi di attuazione.

Leggi testo DL 176/2022 – ATTO COMPLETO 

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Decreto AIUTI/ TER – Impianti rifiuti – pubblica utilità

Decreto AIUTI/ TER – Impianti rifiuti – pubblica utilità

Impianti Rifiuti – Pubblica Utilità

Decreto Aiuti/ter – Convertito in legge 175/2022, il DL 144/2022 – Rifiuti/PNRR

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Pubblicata in Gazzetta ufficiale del 17.11.2022 la Legge di conversione del DL 144/2022.

Gli articoli dedicati all’ambiente (art. 22,23,24) non hanno subito modificazioni rispetto al previgente testo.

Impianti Rifiuti – Pubblica Utilità. L’art. 22 del DL 144/2022 conferma due interessanti novità riferite ai “nuovi impianti” e cerca di risolvere antichi problemi:

  1. attribuisce forza di “pubblica utilità” agli impianti rifiuti e dunque natura di pubblico servizio utile a facilitare alcuni passaggi
  2. affronta il problema annoso dei tempi burocratici che sono il vero male di ogni procedura. La macchina burocratica viaggia ad una velocità incompatibile con le necessità produttive, non solo odierne; i tempi burocratici affossano l’evoluzione, disincentivano gli investimenti; così il Governo cerca soluzione nell’intervento di un terzo al quale chiedere di porre fine all'”inerzia”. Vero è che questo meccanismo è già conosciuto e rischia di creare un altro tunnel burocratico .

Si legge dunque l’art. 22 comma 1,2 del DL 144/2022 come convertito:

” Procedure autorizzatorie per l’economia circolare e rafforzamento delle attivita’ di vigilanza e controllo dei sistemi di gestione dei rifiuti, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio 

1. Le opere, gli impianti e le infrastrutture necessari ai fabbisogni impiantistici individuati dal Programma nazionale per la gestione dei rifiuti di cui all’articolo 198-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, costituiscono interventi di pubblica utilita’, indifferibili e urgenti.

2. Nei procedimenti autorizzativi non di competenza statale relativi a opere, impianti e infrastrutture necessari ai fabbisogni impiantistici individuati dal Programma nazionale per la gestione dei rifiuti di cui all’articolo 198-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, e dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, ove l’autorita’ competente non provveda sulla domanda di autorizzazione entro i termini previsti dalla legislazione vigente, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della transizione ecologica, assegna all’autorita’ medesima un termine non superiore a quindici giorni per provvedere. In caso di perdurante inerzia, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro della transizione ecologica, sentita l’autorita’ competente, il Consiglio dei ministri nomina un commissario ad acta, al quale attribuisce, in via sostitutiva, il potere di adottare gli atti o i provvedimenti necessari, anche avvalendosi di societa’ di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, o di altre amministrazioni specificamente indicate, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica…”

Si offre lettura  dell’intero testo del DL 144/2022 convertito con legge n. 175/2022 appena pubblicato: DL 144/2022 convertito con L. 175/2022

Cinzia SilvestriDecreto AIUTI/ TER – Impianti rifiuti – pubblica utilità
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Diritto all’oblio …degli imputati e indagati

Diritto all’oblio …degli imputati e indagati

Diritto all’oblio …degli imputati e indagati

Un’ opportunità dalla Riforma penale

Segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Un passo verso la civiltà. Diritto all’oblio.

La Riforma penale ha inserito articolo che permette di “blerare”, oscurare, in/deindicizzare, i dati personali delle persone che, a seguito di procedimento penale sono state poi assolte o addirittura, in sede di indagine la loro posizione è stata archiviata.

La norma richiama il Regolamento della privacy sul diritto all’oblio e crea  procedura che richiede l’istanza della persona interessata per ottenere apposita dicitura della cancelleria posta in calce, ad esempio, alla sentenza di assoluzione: dicitura che impedisca la indicizzazione dei dati personali dell’assolto sui motori di ricerca internet.

La norma sembra avere respiro proprio e solo in ambito penalistico e, in questo contesto, inserisce indicazioni operative che applicano gli art. 17 e 19 del Regolamento privacy (2016) e l’art. 52 Dlgs. 196/2003; norme, queste ultime, applicabili a prescindere da contesto penalistico.

La norma è meritevole e testimonia la volontà di aprire un varco utile a proteggere la persona nella sua integrità anche dai danni che la visibilità in internet provoca; danni irrimediabili magari causati da una” impropria” o infondata imputazione.

In realtà non si comprende per quale motivo la richiesta di oblio debba essere richiesta dalla parte con aggravio di attività e non possa essere imposta d’ufficio in tutti i casi di assoluzione e archiviazione. La norma invero non impedisce che la sentenza di assoluzione, ad esempio, viaggi in internet ma che i dati riferiti alla persona (nome e cognome e altri dati personali) vengano esposti, indicati.

Si allega di seguito  ….continua lettura testo – richiedi password per apertura documento a info@studiolegaleambiente.it -diritto all’oblio

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SOCIETA’ PARTECIPATE  o IN HOUSE – RESPONSABILITA’

SOCIETA’ PARTECIPATE  o IN HOUSE – RESPONSABILITA’

SOCIETA’ PARTECIPATE  o IN HOUSE – RESPONSABILITA’

Quando si configura il danno “erariale”?

A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri – 5.11.2022


SOCIETA’ PARTECIPATE  o IN HOUSE – RESPONSABILITA’

La Cassazione civile conferma la distinzione tra società partecipate pubbliche e società in house providing.

L’analisi prende spunto dalla difficoltà di individuare la giurisdizione tra il giudice ordinario e il giudice contabile nell’ambito di responsabilità contabile di amministratori della società.

Il caso riguarda una società in Ambito Territoriale ottimale (ATO) per la gestione del Servizio Idrico integrato di una Regione, che aveva adito la Corte dei Conti per azione di responsabilità erariale di alcuni amministratori.

La Corte dei Conti dichiara il proprio difetto di giurisdizione contabile ritenendo che la Società non era qualificabile quale società in house mancando il requisito del “controllo analogo”.

Scrive la Cassazione: A proposito, allora, del controllo analogo, “quel che rileva è che l’ente pubblico partecipante abbia statutariamente il potere di dettare le linee strategiche e le scelte operative della società in house, i cui organi amministrativi vengono pertanto a trovarsi in posizione di vera e propria subordinazione gerarchica. L’espressione “controllo” non allude perciò, in questo caso, all’influenza dominante che il titolare della partecipazione maggioritaria (o totalitaria) è di regola in grado di esercitare sull’assemblea della società e, di riflesso, sulla scelta degli organi sociali; si tratta, invece, di un potere di comando direttamente esercitato sulla gestione dell’ente con modalità e con un’intensità non riconducibili ai diritti ed alle facoltà che normalmente spettano al socio (fosse pure un socio unico) in base alle regole dettate dal codice civile, e sino al punto che agli organi della società non resta affidata nessuna autonoma rilevante autonomia gestionale (si vedano, in tal senso, le chiare indicazioni di Cons. Stato, Ad. Plen., 3 marzo 2008, n.1, e della conforme giurisprudenza amministrativa che ne è seguita)”. …

Continua la lettura dell’articolo che è protetto da pw . Chiedi la pw per la apertura del file a info@studiolegaleambiente.it

Cinzia SilvestriSOCIETA’ PARTECIPATE  o IN HOUSE – RESPONSABILITA’
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REGOLAMENTO – RIFIUTI INERTI

REGOLAMENTO – RIFIUTI INERTI

REGOLAMENTO – RIFIUTI INERTI

Cessazione qualifica rifiuto – D.MITE 27.9.2022 n. 152

segnalazione Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


D.MITE 27.9.2022 n. 152 – Regolamento – Rifiuti Inerti – Pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 21.9.2022 il Regolamento che disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione e di altri rifiuti inerti di origine minerale, ai sensi dell’articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152

Il Decreto era atteso ma ormai conosciuto dai tecnici di settore. Giova in questo contesto “tradurre ” le norme finali e transitorie” che dettano alcuni incombenti per le aziende interessate. Recita l’ultimo articolo del Regolamento che si trascrive con parti “prosate” in font colorato: 

  1. 1. Ai fini dell’adeguamento ai criteri di cui al presente regolamento, il produttore, entro centottanta giorni (180 gg – 6 mesi) dalla data di entrata in vigore dello stesso ( 4.11.2022 e dunque entro il 4 maggio 2023), presenta all’autorita’ competente un aggiornamento della comunicazione effettuata ai sensi dell’articolo 216 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (operazioni di recupero) , indicando la quantita’ massima recuperabile, o un’istanza di aggiornamento dell’autorizzazione concessa ai sensi del Capo IV del Titolo I della Parte IV (ad esempio AUA ex art. 208 Dlgs. 152/2006) ovvero del Titolo III-bis della Parte II del decreto legislativo n. 152 del 2006 (A.I.A. art. 29bis ss. Dlgs. 152/2006). Per le procedure semplificate continuano ad applicarsi le seguenti disposizioni del decreto del Ministro dell’ambiente 5 febbraio 1998 pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 88 del 16 aprile 1998: i limiti quantitativi previsti dall’allegato 4, le norme tecniche di cui all’allegato 5, nonche’ i valori limite per le emissioni di cui all’allegato 1, sub allegato 2.

2. Nelle more dell’adeguamento di cui al comma 1, i materiali gia’ prodotti alla data di entrata in vigore del presente regolamento nonche’ quelli che risultano in esito alle procedure di recupero gia’ autorizzate possono essere utilizzati in conformita’ alla comunicazione effettuata ai sensi dell’articolo 216 del decreto legislativo n. 152 del 2006 o nel rispetto dell’autorizzazione concessa ai sensi del Capo IV, del Titolo I, della Parte IV ovvero del Titolo III-bis, della Parte II del medesimo decreto.

Cinzia SilvestriREGOLAMENTO – RIFIUTI INERTI
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Riduzione riscaldamento – istruzioni d’uso

Riduzione riscaldamento – istruzioni d’uso

Riduzione riscaldamento – istruzioni d’uso

Decreto “Cingolani” – 6.10.2022 

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il Veneto è in zona E e dunque è permessa l’accensione al 22.10.2022 e con orario decurtato di 1 ora.

E’ pubblicato in Gazzetta ufficiale del 18.10.2022 il decreto del Ministero che riduce anche l’utilizzo del riscaldamento a seconda della zona di riferimento. Il DM è stato però pubblicato al 6.10.2022 nel sito del Governo. Interessante la previsione che gli amministratori di condominio sono tenuti a comunicare entro 10 giorni i nuovi orari e dunque entro il 16.10.2022.

La riduzione del periodo di accensione di cui al comma 1 è attuata posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio, in relazione alle date previste per le diverse zone climatiche. Pertanto, l’esercizio degli impianti termici indicati al comma 1 è consentito con i seguenti limiti – Riduzione riscaldamento – istruzioni d’uso: 

1) Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo; 

2) Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo; 

3) Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo; 

4) Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile; 

5) Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile; 

6) Zona F: nessuna limitazione. 

Giova ricordare che “la classificazione climatica dei comuni italiani è stata introdotta dal DPR  n. 412 del 26 agosto 1993 ss.m.. Il decreto, all’art. 2 suddivide il territorio italiano in sei zone climatiche, nominate dalla A alla F in base alla temperatura media esterna giornaliera. Il criterio utilizzato per tale suddivisione è la misurazione dei gradi giorno (abbreviato GG), e non l’ubicazione geografica. …La zona climatica di appartenenza indica in quale periodo dell’anno e per quante ore al giorno è possibile accendere il riscaldamento negli edifici pubblici e privati. I sindaci dei comuni possono ampliare, a fronte di comprovate esigenze (temperature rigide in autunni o primavere), i periodi annuali di esercizio e la durata giornaliera di accensione dei riscaldamenti, dandone immediata notizia alla popolazione…” cfr. wikipedia

Leggi DM 383 del 6.10.2022 – Riduzione riscaldamento


Cinzia SilvestriRiduzione riscaldamento – istruzioni d’uso
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DECRETO AIUTI – P.A.U.A.R

DECRETO AIUTI – P.A.U.A.R

Decreto Aiuti e P.A.U.A.R….

DL 115/2022 convertito con modifiche con L. 142/2022

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


L’art.33 del Decreto Aiuti ha inserito l’art. 27 ter al d.lgs. 152/2006 ovvero il Procedimento autorizzatorio Unico accelerato Regionale.

Leggi anche commento su questo sito sulla procedura accelerata Regionale del 10.9.2022

Ebbene. La legge di conversione modifica ancora il testo dell’art. 27 ter citato. Il comma 5 dell’art. 27 ter precisa l’ambito di rilevanza della procedura a tutte le licenze, concessioni ecc…:

5. Il proponente, nelle ipotesi individuate dal comma 1, presenta all’autorita’ competente e alle altre amministrazioni interessate

un’istanza ai sensi dell’articolo 23, comma 1, allegando la documentazione e gli elaborati progettuali previsti dalle normative

di settore per consentire la compiuta istruttoria tecnico-amministrativa finalizzata al rilascio (( di tutte le

autorizzazioni, le intese, le concessioni, le licenze e di tutti i pareri, i concerti, i nulla osta e gli assensi, )) comunque

denominati, necessari alla realizzazione e all’esercizio del medesimo progetto e indicati puntualmente in apposito elenco predisposto dal

proponente stesso. In tale elenco sono indicate le opere necessarie alla realizzazione dei piani e dei programmi di cui al comma 1 per

cui si richiede altresi’ l’applicazione del procedimento autorizzatorio unico accelerato. L’istanza deve contenere anche

l’avviso al pubblico di cui all’articolo 24, comma 2, indicando ogni autorizzazione, intesa, parere, concerto, nulla osta, o atti di

assenso richiesti.

Si allega lettura dell’art. 33 DL 115/2022 come revisionato

Leggi art. 33 L. 115.2022 – art. 27 ter d.lgs. 152/2006

Leggi intero testo L. 115 decreto aiuti come convertito

Cinzia SilvestriDECRETO AIUTI – P.A.U.A.R
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FVG – Piano Gestione Rifiuti

FVG – Piano Gestione Rifiuti

FVG – Piano Gestione Rifiuti

DGR n. 1998 del 23.12.2021

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente  – Cinzia Silvestri


La Regione FVG pubblica l’aggiornamento 2022 al Piano di Gestione Rifiuti con DGRV 1998/2022. Anche il FVG non riesce (per una mera ragione di tempistica) ad adeguare il Piano al PNGR (Piano Nazionale Gestione Rifiuti). Ciò comporta nuovo aggiornamento al PNGR in tempi brevi, con modalità non ancora note in punto di coinvolgimento del pubblico (per osservazioni ad esempio).

Il Piano FVG non contempla il PNGR ma considera il PNRR e scrive:

“…Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è il piano predisposto dall’Italia per rilanciare l’economia
nazionale a seguito della pandemia di Covid19. Il piano fa parte del programma dell’Unione europea
noto come Next Generation EU, il fondo da 750 miliardi di euro per la ripresa europea, nell’ambito del
quale sono stati all’Italia assegnati oltre 191 miliardi di euro, dei quali 70 miliardi in sovvenzioni a fondo
perduto e 121 in prestiti.

La Missione 2 del PNRR denominata “Rivoluzione verde e transizione ecologica” si pone l’obiettivo di dare
impulso alla transizione ecologica, proseguendo il cammino verso la neutralità carbonica e verso uno
sviluppo sostenibile per l’ambiente, per mitigare le minacce a sistemi naturali e umani.

In particolare la Componente 1 della Missione 2 si prefigge di migliorare la gestione dei rifiuti e favorire
lo sviluppo dell’economia circolare, consolidando le modalità di raccolta differenziata, realizzando o
rinnovando impianti di trattamento rifiuti nonché realizzando progetti altamente innovativi per filiere
strategiche che interessano i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, i rifiuti di carta e
cartone, tessili e plastica.

Le risorse a disposizione per le misure della componente 1 ammontano a 2,1 miliardi di euro, dei quali il
40% destinati alle regioni del nord, suddivisi secondo le due seguenti misure..”.

Leggi PRGR PVG allegato 1

Cinzia SilvestriFVG – Piano Gestione Rifiuti
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Veneto – Piano Gestione Rifiuti

Veneto – Piano Gestione Rifiuti

Piano Gestione Rifiuti – Veneto

DGRV n. 988 del 9.8.2022

segnalazione a cura – Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il Veneto pubblica la DGRV n. 988 del 9.8.2022 in BUR del 2.9.2022.

La Regione Veneto inserisce nel proprio aggiornamento anche le novità espresse dal PNGR (Piano Nazionale Gestione Rifiuti).

Mentre le altre Regioni pubblicano aggiornamenti (FVG, Trentino, ad esempio)ai Piani di Gestione senza tenere in conto il PNGR ovvero il Piano Nazione di Gestione dei Rifiuti del giugno 2022, il Veneto è riuscito ad inserire anche le novità del PNGR.

Così si esprime il Piano Regionale:

“…In data 16.03.2022 è stata presentata la proposta del PNRG e pertanto si ritiene corretto in questo documento
analizzare la coerenza con quanto indicato nel succitato programma in termini di criteri e linee strategiche
per l’elaborazione dei piani regionali.
Obiettivo del PNGR è quello di indirizzare e supportare la pianificazione della gestione dei rifiuti al fine di
garantire:
la rispondenza dei criteri di pianificazione agli obiettivi della normativa comunitaria, in ottica di
prevenzione del contenzioso;
l’efficienza, efficacia, sostenibilità ed economicità dei sistemi di gestione in tutto il territorio
nazionale, in coerenza con gli obiettivi di coesione territoriale.
Nella proposta del Programma Nazionale Gestione Rifiuti sono stati individuati i contenuti previsti dall’art.
199 D.lgs 152/2006 dei piani regionali nelle Tabelle 28 e 29 (pag- 65-66-67 del documento), suddivisi nelle
macrosezioni di riferimento proposte dal MITE.
Nelle Tabelle seguenti si evidenzia la coerenza del presente documento con i contenuti previsti dal
Programma Nazionale e viene indicato puntualmente dove tali tematiche sono state trattate e sviluppate
nell’Aggiornamento del PRGR della Regione del Veneto…”.

Leggi Delibera DGRV 988/2022

Cinzia SilvestriVeneto – Piano Gestione Rifiuti
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P.A.U.A.R. – procedura accelerata regionale

P.A.U.A.R. – procedura accelerata regionale

P.A.U.A.R. – procedura accelerata regionale

DL n. 115/2022 – nuovo art. 27-ter d.lgs. 152/2006

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Pubblicato in Gazzetta del 9-8-2022 il DL n. 115 del 9.8.2022 e vigente dal 10.8.2022. Leggi  Decreto Legge n. 115/2022

Il Decreto Legge è destinato ad affrontare le misure urgenti in materia di “energia, emergenza idrica, politiche industriali e sociali” e rivela punto di interesse nell’art. 33 che ha inserito l’art. 27-ter al d.lgs. 152/2006 “procedimento autorizzatorio accelerato regionale”. 

In particolare, l’art. 27-ter , composto da ben 14 commi (giusto per semplificare), si inserisce nella tematica “PAUR” – e crea il P.A.U.A.R ovvero il Provvedimento Autorizzatorio Unico Accelerato Regionale; così precisa l’art. 27-ter al primo comma:«Art. 27-ter (Procedimento autorizzatorio unico accelerato regionale per settori di rilevanza strategica). – 1. Nell’ambito delle aree di interesse strategico nazionale per la realizzazione di piani o programmi comunque denominati che prevedano investimenti pubblici o privati anche cumulativamente pari a un importo non inferiore ad euro 400.000.000,00 relativi ai settori ritenuti di rilevanza strategica, caratterizzati da piu’ elementi progettuali corrispondenti a diverse tipologie soggette a VIA o a verifica di assoggettabilita’ a VIA o, laddove necessario, a VAS, rientranti in parte nella competenza statale e in parte nella competenza regionale, l’autorita’ ambientale competente e’ la regione e tutte le autorizzazioni sono rilasciate, se il proponente ne fa richiesta nell’istanza di cui al comma 5, nell’ambito di un procedimento volto al rilascio di un provvedimento autorizzatorio unico accelerato regionale (PAUAR), come disciplinato secondo quanto previsto dai commi 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13 e 14.

L’art. 27-ter, pone riferimento esplicito alle aree di interesse strategico nazionale e dunque dialoga con l’art. 32 del DL 115/2022 che indica  sommariamente alcune aree di interesse (salvo apposito provvedimento da emanare) ovvero:

Ai predetti fini, sono di rilevanza strategica i settori relativi

  1. alle filiere della microelettronica e dei semiconduttori,
  2. delle batterie, del supercalcolo e calcolo ad alte prestazioni,
  3. della cibersicurezza, dell’internet delle cose (IoT),
  4. della manifattura a bassa emissione di Co2,
  5. dei veicoli connessi, autonomi e a basse emissioni,
  6. della sanita’ digitale e intelligente e
  7. dell’idrogeno, individuate dalla Commissione Europea come catene strategiche del valore.
Cinzia SilvestriP.A.U.A.R. – procedura accelerata regionale
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Inceneritori: dove collocarli?

Inceneritori: dove collocarli?

Inceneritori – dove collocarli?

Regione e Stato – competenze

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La Corte Costituzionale con sentenza n. 191/2022 precisa la valenza di interesse Nazionale degli inceneritori e dunque la competenza solo dello stato nel decidere l’area di ubicazione degli inceneritori.

Le Regioni non possono statuire, decidere in proposito

La Regione Abruzzo invero a mezzo di legge Regionale ribadiva: “…la volontà di non prevedere la realizzazione di impianti dedicati di incenerimento per i rifiuti urbani e prevedendo di raggiungere tendenzialmente al 2022, a scala di bacino regionale, conformemente al vigente Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (di seguito PRGR), i seguenti obiettivi minimi: ….”

Continua la sentenza riportando alla competenza statale la decisione e ricordando la valenza pubblica degli impianti di incenerimento:

“..Tale disposizione, … pur se di carattere programmatico, costituirebbe la base giuridica per dichiarare improcedibili le richieste di autorizzazione per la realizzazione e l’esercizio di impianti di incenerimento: sarebbe stato posto, dunque, un divieto alla realizzazione di tali impianti sul territorio regionale, in contrasto con la disciplina statale. In particolare, sarebbe violato l’art. 35, comma 1, del d.l. n. 133 del 2014, come convertito, ai sensi del quale gli impianti di incenerimento dei rifiuti «costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale». Il margine di intervento riconosciuto al legislatore regionale da parte del d.lgs. n. 152 del 2006 (cod. ambiente), d’altro canto, non gli consentirebbe di prescrivere limiti generali siffatti: gli artt. 195, comma l, lettera f), e 196, comma l, lettere n) e o), riserverebbero, infatti, allo Stato «l’individuazione degli impianti di recupero e di smaltimento di preminente interesse nazionale, che deve essere effettuata secondo finalità di riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale». Inoltre, l’art. 199 cod. ambiente stabilirebbe che «la valutazione sincronica degli interessi pubblici coinvolti e meritevoli di tutela, a confronto sia con l’interesse del soggetto privato operatore economico, sia con ulteriori interessi di cui sono titolari singoli cittadini e comunità, e che trovano nei princìpi costituzionali la loro previsione e tutela, può e deve avvenire soltanto nella sede procedimentale». La norma impugnata, pertanto, sarebbe costituzionalmente illegittima, …”.

Leggi Corte Cost. n. 191/2022

Cinzia SilvestriInceneritori: dove collocarli?
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Illeciti Rifiuti e…Facebook

Illeciti Rifiuti e…Facebook

Illeciti Rifiuti e…Facebook

Garante Privacy e Rifiuti

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Postare su Facebook le immagini che registrano l’illecito abbandono di rifiuti, può costare molto caro. 

Le regole di riservatezza devono essere rispettate anche in caso di illecito.

Il Garante interviene su questione delicata e condanna la Società di gestione dei rifiuti e il Comune, alla sanzione di euro 150mila per aver violato i principi relativi alla Privacy. L’Ordinanza è interessante perché ricorda, ad esempio, l’obbligo di informativa e la completezza di tale adempimento nella cartellonista esposta al pubblico; ricorda il  rapporto tra titolare e responsabile del trattamento; ricorda la necessità di “valutazione di impatto” quando vengono trattati molteplici dati (area pubblica”.

Così scrive l’ordinanza:

Con la nota sopra menzionata l’Ufficio ha rilevato che il Comune ha posto in essere, per il tramite della società, un trattamento dei dati personali dei cittadini attraverso un sistema di videosorveglianza in assenza di idonea informativa, che deve essere conferita “nel momento in cui i dati personali sono ottenuti”, con conseguente violazione del principio di “liceità, correttezza e trasparenza”, di cui all’art. 5, par. 1, lett. a) del Regolamento e degli artt. 12, 13 e 14 del Regolamento, in mancanza di idonea disciplina del rapporto con la società quale “responsabile del trattamento”, prima dell’inizio del trattamento stesso, in violazione dell’art. 28 del Regolamento (già art. 29 del Codice previgente) nonché in assenza di valutazione di impatto, in violazione dell’art. 35 del Regolamento …

Leggi garante-privacy-ordinanza-ingiunzione-162-2022 pdf

Cinzia SilvestriIlleciti Rifiuti e…Facebook
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PNGR – Piano Rifiuti

PNGR – Piano Rifiuti

PNGR – Piano Rifiuti – Plastica

DM 24.6.2022 – approvazione Piano Nazionale Gestione Rifiuti

segnalazione a cura Studio legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Scrive il DM: È approvato il Programma Nazionale di Gestione dei rifiuti che, allegato al presente decreto, ne
costituisce parte integrante, con valenza per gli anni dal 2022 al 2028.

Il PNGR detta le linee che le Regioni dovranno seguire. Leggi intero testo PNGR 2022.2028

Si riporta a titolo esemplificativo le indicazioni sulla “plastica”:

8.7 Rifiuti in plastica
Attualmente la raccolta differenziata dei rifiuti plastici si concentra, come previsto dalla normativa sia
europea che nazionale sulla sola frazione di imballaggio. Per gli imballaggi in plastica l’Italia non raggiunge gli
obiettivi minimi di riciclaggio definiti dall’Europa. La direttiva 2018/852/UE, attuata con D.lgs. n. 116/2020,
che ha modificato l’Allegato E, Parte IV, del D.lgs. n. 152/2006, prevede che entro e non oltre il 31 dicembre
2025 deve essere riciclato relativamente agli imballaggi in plastica il 50% in termini di peso ed entro il 31
dicembre 2030 almeno il 55%.

Inoltre, la direttiva 2019/904/UE, (Single use plastics), attuata con il D.lgs. n. 196 del 2021, stabilisce che gli
Stati membri adottano le misure necessarie ad assicurare la raccolta differenziata per il riciclaggio di prodotti
in plastica monouso elencati nella Parte F, dell’Allegato (dir.), pari al 77% in peso, immessi sul mercato in un
determinato anno entro il 2025, ed entro il 2029 il 90% degli stessi. Con l’applicazione della nuova
metodologia di calcolo (decisione 2019/665/UE) per la verifica del raggiungimento degli obiettivi di
riciclaggio, è attesa una perdita di qualche punto percentuale, poiché, per esse si stima una maggiore
incidenza della nuova valutazione degli scarti sulla percentuale di riciclaggio.

Elemento di criticità nell’ambito della plastica è il “plasmix”, ossia l’insieme dei rifiuti misti di plastica che
derivano dal riciclaggio meccanico degli imballaggi, caratterizzato da estrema eterogeneità per il quale ad
oggi non è stata ancora individuata una soluzione strutturale e consolidata di valorizzazione.

Attualmente le opzioni di riciclaggio del plasmix sono limitate. Questo materiale viene, infatti, generalmente
avviato a recupero energetico e, in parte residuale, a smaltimento in discarica.

Una evoluzione futura del settore riguarda la possibilità di utilizzare le tecnologie di riciclo chimico, che
consentono di trasformare il plasmix in nuovi materiali utilizzabili come base per la sintesi di numerosi
composti, oppure come vettori ad alto contenuto energetico.

Appare rilevante considerare l’applicazione di tecnologie innovative di riciclaggio delle frazioni di scarto (ad
esempio, mediante processi di riciclaggio chimico per le frazioni non riciclabili meccanicamente e quindi
destinate a discarica o termovalorizzazione).

Cinzia SilvestriPNGR – Piano Rifiuti
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PNRR Ambiente – energia, veicoli

PNRR Ambiente – energia, veicoli

PNRR – Ambiente – sanzioni , energia, veicoli ecc..

DL n. 36.2022 convertito con L. n. 79/2022

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Convertito in Legge n. 79/2022 – e pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 29.6.2022  – il DL n. 36/2022. Ogni articolo merita apposita relazione.

Molte sono le novità del Decreto che agli arti. 23 ss. si occupa della materia ambientale. Decreto che titola: Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del PNRR.

Sanzioni Ambientali ex art… 318 bis codice ambiente

Il legislatore introduce modifiche agli artt. del Codice Ambientale che si occupano di sanzioni e controlli dei reati ambientali applicando quella procedura ibrida che oscilla tra l’amministrativo ed il penale e desunta dalla materia della sicurezza sul lavoro. Modifica invero gli arti. 318bis e ss.

Veicoli fuori uso.

Il comma 8 dell’art. 231 del Codice Ambientale ,relativo ai veicoli non disciplinati dal d.lgs. 209/2003, è stato abrogato.

Si riporta il testo abrogato:

8. Gli estremi della ricevuta dell'avvenuta  denuncia  e  consegna
delle targhe e dei documenti agli  uffici  competenti  devono  essere
annotati sull'apposito registro di entrata e di uscita dei veicoli da
tenersi  secondo  le  norme  del  regolamento  di  cui   al   decreto
legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Cinzia SilvestriPNRR Ambiente – energia, veicoli
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A.I.A. – modifica sostanziale

A.I.A. – modifica sostanziale

A.I.A. – MODIFICA SOSTANZIALE – discarica

osservazioni alla sentenza della Corte di Giustizia UE – 2.6.2022

a cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La Corte di Giustizia affronta caso che occupa la repubblica Ceca ma che coinvolge l’interpretazione dell’art. 3 paragrafo 9 della Direttiva 2010/75/UE sulla definizione di “modifica sostanziale” con riflessi anche nel nostro ordinamento.

Sommario. 1) il caso; 2) il processo; 3) modifica sostanziale; 4) sulla questione pregiudiziale; 5) le condizioni; 6) la prima condizione; 7) installazione o impianto; 8) durata d’uso; seconda condizione; 10) conclusioni

1) Il caso

Una società che gestisce una discarica nel distretto di Praga aveva chiesto, e ottenuto più volte, l’autorizzazione a prorogare il periodo di messa in discarica. La Società chiedeva, all’autorità competente, ulteriore proroga, del periodo, che veniva concessa per altri 2 anni (al 2017).

Ebbene. Un’associazione per la tutela dell’ambiente impugnava tale decisione avanti al Ministero dell’Ambiente (Ceco) che respingeva la decisione per il motivo che i ricorrenti non erano parti del procedimento di modifica dell’autorizzazione integrata.

L’associazione deferiva, dunque, la decisione di rigetto alle autorità competenti che annullavano, motivando che la proroga dell’autorizzazione alla messa in discarica era una «modifica sostanziale», e dunque la legge Ceca sulla prevenzione integrata, dava diritto alla partecipazione del pubblico conformemente alla direttiva 2010/75.

La sentenza della Corte municipale di Praga veniva dunque impugnata dinanzi al Corte suprema amministrativa, ossia il giudice del rinvio.

In questa prima fase dunque la qualificazione di “modifica sostanziale” rileva nella misura in cui  permette la partecipazione pubblica al procedimento, come sancito proprio dalla Direttiva 2010/75/UE.

2) Il processo

La Corte, investita della questione, analizzava la nozione di “modifica sostanziale” e rilevava diversi orientamenti che portavano a conclusioni diverse.

Una prima valutazione portava a escludere che il prolungamento della discarica potesse integrare una modifica sostanziale: “..il solo prolungamento di due anni del periodo di messa in discarica, non implicando lavori o interventi modificativi della situazione fisica del luogo, non può essere qualificato come «modifica sostanziale» ai sensi della legge sulla prevenzione integrata Ceca…”.

Il prolungamento dell’autorizzazione non avrebbe modificato né le dimensioni della discarica né la sua capacità totale di stoccaggio di rifiuti. Anzi, sarebbe proprio per sfruttare appieno la capacità autorizzata che la Società avrebbe presentato una domanda di proroga del periodo di messa in discarica. Infine, se la proroga dell’autorizzazione dovesse avere effetti sull’ambiente, non si tratterebbe comunque, .. di una «modifica sostanziale» ..”.

Di contro, la Corte evidenziava anche elementi che potevano invece far considerare la proroga della discarica una modifica sostanziale: “..Sebbene, …. continua lettura dell’articolo – AIA corte UE (chiedi pword per continuare la lettura a info@studiolegaleambiente.it)

Cinzia SilvestriA.I.A. – modifica sostanziale
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Ambiente e tutela degli “informatori”

Ambiente e tutela degli “informatori”

Ambiente e Whistleblowing (WB) – tutela degli informatori

Direttiva UE 2019/1937

segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


  1. Direttiva UE 2019/1937 – tutela degli informatori

Passa quasi inosservata la Direttiva UE 2019/1937 che disciplina la protezione degli informatori ovvero di coloro che segnalano violazioni del diritto. Un sistema che incentiva la segnalazione anonima o meglio la segnalazione che non rende possibile identificare il “segnalatore”, che non deve subire “ritorsioni” lavorative, ad esempio. Il sistema è entrato nel sistema di organizzazione del modello “231” (responsabilità degli Enti) già con la Legge 179/2017. La Direttiva UE 2019/1937 compie un ulteriore passo avanti ed attende il recepimento del legislatore italiano, già in ritardo. 

Ebbene, la Direttiva considera il sistema WB e la tutela degli informatori anche e soprattutto per la tutela ambientale e così si esprime il considerando n. 10): 

Per quanto riguarda la tutela dell’ambiente, la raccolta di prove, la prevenzione, l’accertamento e il contrasto dei reati ambientali e dei comportamenti illeciti rimangono aspetti problematici e devono essere rafforzate le azioni a tal riguardo, come riconosciuto nella comunicazione della Commissione, del 18 gennaio 2018, dal titolo «Azioni dell’UE volte a migliorare la conformità e la governance ambientali». Considerato che prima dell’entrata in vigore della presente direttiva le sole norme di protezione degli informatori esistenti in materia di tutela dell’ambiente sono previste in un atto settoriale, vale a dire nella direttiva 2013/30/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (11), l’introduzione di una tale protezione è necessaria per garantire l’efficace applicazione dell’acquis ambientale dell’Unione, le cui violazioni possono arrecare pregiudizio al pubblico interesse, con possibili effetti di ricaduta al di là delle frontiere nazionali. L’introduzione di tale protezione è altresì pertinente per i prodotti non sicuri che possono causare danni ambientali.

2. tutela dell’ambiente e tutela degli informatori

Si precisa inoltre che la Direttiva, all’art. 2, prevede espressamente la “tutela dell’ambiente”  e la protezione di coloro che segnalano violazioni su questo tema. Utile ricordare il richiamo nell’allegato alla Direttiva che evoca la Direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell’ambiente; Direttiva quest’ultima in corso di revisione su proposta della Commissione. Si ricorda che la Direttiva 2008/98/CE ha permesso l’introduzione nel nostro ordinamento dei reati ambientali penali di cui all’art. 452bis c.p. ss..

Articolo 2, paragrafo 1, lettera a), punto v) – tutela dell’ambiente

Qualunque tipo di reato contro la tutela dell’ambiente disciplinato dalla direttiva 2008/99/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, sulla tutela penale dell’ambiente (GU L 328 del 6.12.2008, pag. 28) o qualunque illecito che costituisca una violazione della normativa di cui agli allegati della direttiva 2008/99/CE;

Cinzia SilvestriAmbiente e tutela degli “informatori”
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Biogas e Biometano – sottoprodotti

Biogas e Biometano – sottoprodotti

Biogas e Biometano e sottoprodotti – art. 12bis DL 17/2022

Proviamo a riscrivere la norma….

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il DL 17/2022 (Decreto Bollette o decreto Energia) è stato approvato dal Senato in data 21.4.2022 con numerose integrazioni e in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

  1. art. 12bis DL 17/2022

Il testo ha introdotto l’art. 12 bis che titola sui sottoprodotti utilizzabili negli impianti di biogas e biometano. La lettura dell’articolo è però un percorso ad ostacoli tutt’altro che semplice, poco intellegibile. Una norma che permette o sembra permettere ed in realtà puntella, fissa paletti, ostacoli. L’articolo si apre con la buona volontà di “semplificare il processo produttivo negli impianti di biogas e biometano”e dunque possono essere ammessi in ingresso a tali impianti alcuni “sottoprodotti”ben precisati dal DM 23.6.2016.

2. lettura del testo

Vero è che la lettura del testo, secondo tradizione italiana, è un continuo rimando ad altri testi legislativi che appesantiscono la lettura; richiami necessari ma forse un miglioramento del testo per renderlo intellegibile ad una prima lettura poteva essere fatto. Lo studio si è dunque cimentato nella riscrittura dell’articolo e nel tentativo di renderlo meglio comprensibile, secondo propria valutazione, s’intende.

3.proposta di lettura

Di seguito la lettura dell’articolo 12bis nella sua stesura originaria e nella colonna di destra il tentativo creativo e ipotetico di una diversa scrittura che a mezzo di pochi incisi e senza nulla togliere al testo legislativo renderebbe maggiore chiarezza alloperatore e lettore.

DL 17/2022 modificato senato 21.4.2022, in attesa pubblicazione – testo originale Art. 12 bis – ipotesi di riscrittura creativa (a cura Studio legale Ambiente)
Art. 12-bis. – (Sottoprodotti utilizzabili negli impianti per la produzione di biogas e biometano) – 1. Al fine di semplificare il processo produttivo negli impianti per la produzione di biogas e biometano, i sottoprodotti

 

 

 

di cui ai punti 2 e 3 della tabella 1.A dell’allegato 1 al decreto del Ministro dello sviluppo economico 23 giugno 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 150 del 29 giugno 2016,

possono essere ammessi in ingresso agli impianti per la produzione di biogas e biometano e

si intendono compresi nella definizione

di cui all’articolo 3, comma 1, lettera i), del decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 25 febbraio 2016, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 90 del 18 aprile 2016,

se rispettano le condizioni previste dall’articolo 184-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e

 

se l’utilizzo agronomico del digestato prodotto rispetta altresì le disposizioni previste dal titolo IV del citato decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 25 febbraio 2016 ».

 

Art. 12-bis. – (Sottoprodotti utilizzabili negli impianti per la produzione di biogas e biometano) – 1. Al fine di semplificare il processo produttivo negli impianti per la produzione di biogas e biometano, i sottoprodotti

a) provenienti da attività agricola, di allevamento, dalla gestione del verde e da attività forestale

b) provenienti da attività alimentari ed agroindustriali

(di cui ai punti 2 e 3 della tabella 1.A dell’allegato 1 al decreto del Ministro dello sviluppo economico 23 giugno 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 150 del 29 giugno 2016)

possono essere ammessi in ingresso agli impianti per la produzione di biogas e biometano e

si intendono compresi nella definizione di “residui derivanti dall’attività agroalimentare

(di cui all’articolo 3, comma 1, lettera i), del decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 25 febbraio 2016, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 90 del 18 aprile 2016),

se rispettano i requisiti per essere considerati sottoprodotti e dunque esclusi dal novero dei rifiuti (come indicato dall’art. 184 bis Dlgs. 152/2006 e

se l’utilizzo agronomico del digestato prodotto rispetta le norme per la utilizzazione agronomica del digestato (ovvero  le disposizioni previste dal titolo IV del citato decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 25 febbraio 2016).

 

Cinzia SilvestriBiogas e Biometano – sottoprodotti
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Controlli AIA – Linee Guida SNPA

Controlli AIA – Linee Guida SNPA

Controlli AIA – Linee Guida SNPA 39/2022

Ispezioni e costi

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Controlli AIA – Linee Guida SNPA.

SNPA pubblica nel proprio sito le linee Guida SNPA sui Controlli A.I.A.. Vademecum di intervento che precisa le differenze ad esempio tra  ispezione ordinaria, straordinaria e non programmata. Il testo compilativo contiene anche utili riferimenti ai costi di tali ispezioni e soprattutto l’indicazione del soggetto che li sostiene. Con prevalenza i costi sono sostenuti dal Gestore ma anche dalla stessa amministrazione. Ci sono i costi della commissione ispettiva, ad esempio.E’ un punto di vista che dovrebbe essere preso in considerazioni in certi contesti.

I costi dell’attività NON programmata , adempio, rimangono in capo alle agenzie, qualora eseguiti d’iniziativa.

Così si esprime al punto V.2 per riepilogare lo stato normativo delle “Tariffe”:

il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha, nelle more di quanto stabilito dall’art.33- bis del D.lgs.152/06 e s.m.i., emanato il D.M. 6 marzo 2017, n.58 “Regolamento recante le modalità, anche contabili, e le tariffe da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti al Titolo III -bis della Parte Seconda, nonché i compensi spettanti ai membri della commissione istruttoria di cui all’articolo 8 -bis.” …

Premesso quanto sopra, la tariffa dovuta dal Gestore per i controlli di cui all’art.29-decies comma 3 del D.lgs.152/06 e s.m.i. si compone di una parte fissa “Tc” ed una parte variabile “Ta” legata numero di campionamenti determinati in base al PMC autorizzato. Il Decreto 58/2017 disciplina inoltre la tariffa relativa alle visite di verifica presso l’installazione da effettuarsi, ai sensi dell’articolo 29-decies, comma 11- ter , del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, entro sei mesi per le installazioni per le quali la precedente ispezione ha evidenziato una grave inosservanza delle condizioni di autorizzazione. Per le modalità di applicazione delle tariffe si rimanda alle rispettive deliberazioni regionali.

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Cinzia SilvestriControlli AIA – Linee Guida SNPA
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PNGR – PIANO Rifiuti e VAS

PNGR – PIANO Rifiuti e VAS

Piano Nazionale Gestione dei RIFIUTI (PNRG)

GOVERNO – MITE – VAS – iniziate le consultazioni fino a fine aprile 2022

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Avviata la consultazione pubblica per la VAS relativa al PNRG. Sul sito del MITE pubblicata la consultazione VAS che rimanda al programma PNRG. Così introduce il Governo la questione: 

Il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti (PNGR) costituisce uno strumento di indirizzo per le Regioni e le Province autonome nella pianificazione della gestione dei rifiuti. Tale strumento è previsto e definito dall’articolo 198-bis del decreto legislativo 3 aprile 2005, n. 152, introdotto dal decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116.

Nel mese di dicembre 2021 la Direzione generale per l’economia circolare presso il Ministero della transizione ecologica, in qualità di autorità procedente/proponente, ha presentato l’istanza per l’avvio della fase di scoping del Programma, conclusasi con l’elaborazione del parere sul rapporto preliminare, emanato il 14 gennaio 2022. 

Il 16 marzo 2022,  la Direzione generale per l’economia circolare presso il Ministero della transizione ecologica, ha trasmesso la documentazione per la consultazione pubblica, ai sensi dell’art. 13 comma 5 del d.lgs 156/2006.

La proposta di Programma, il Rapporto Ambientale e la Sintesi non tecnica del Rapporto Ambientale sono disponibili al seguente link.

Ai sensi dell’art. 14, la consultazione avrà una durata di 45 giorni a partire dal 16 marzo 2022 (data di pubblicazione dell’avviso al pubblico).

Le osservazioni alla documentazione pubblicata dovranno essere inviate all’Autorità competente per la Valutazione Ambientale Strategica all’indirizzo: va.consultazioni@pec.mite.gov.it

Cinzia SilvestriPNGR – PIANO Rifiuti e VAS
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Comune e potere di controllo – responsabilità

Comune e potere di controllo – responsabilità

Comune e potere di controllo – responsabilità

Cassazione civ. ord. n. 10188/2022

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La decisione della Cassazione consente di estendere la responsabilità ex art. 2051 c.c. (cose in custodia) del Comune a tutti i beni sui quali il Comune esercita un effettivo potere di controllo a prescindere dalla proprietà. Principio che può essere applicato anche in materia ambientale.

Il Caso

Il caso vede il Comune condannato al risarcimento del danno subito da veicolo che, lungo la strada Provinciale, urtava contro un ostacolo posto al centro della carreggiata. Il Comune si difendeva ritenendo non essere il soggetto responsabile ed indicando la provincia quale proprietaria del tratto stradale. Il Giudice di pace e poi il Tribunale in appello invece riconoscevano la responsabilità del Comune in quanto titolare di un potere di controllo sul suo territorio.

La decisione.

La Cassazione avvalla e riconosce tale potere di controllo e tuttavia rimanda al Tribunale per verificare la esistenza stessa di tale potere . In particolare la cassazione afferma:

“Il criterio di imputazione della responsabilità di cui all’art.2051 c.c. ha carattere oggettivo, essendo sufficiente, per la sua configurazione, la dimostrazione da parte dell’attore del nesso di causalità tra la cosa in custodia ed il danno, mentre al custode spetta l’onere della prova liberatoria del caso fortuito, inteso come fattore che, in base ai principi della regolarità o adeguatezza causale, esclude il nesso eziologico tra cosa e danno, ed è comprensivo della condotta incauta della vittima, che assume rilievo ai fini del concorso di responsabilità ai sensi dell’art. 1227, comma 1, c.c., e deve essere graduata sulla base di un accertamento in ordine alla sua effettiva incidenza causale sull’evento dannoso, che può anche essere esclusiva (Cass. 30775/2017). Ebbene nel caso di specie il giudice d’Appello ha mal applicato tali principi perché non ha verificato se effettivamente il Comune, che non era il proprietario della strada, aveva realmente il potere di esercitare un qualsivoglia controllo o di eliminare le situazioni di pericolo che siano in sorte e di escludere i terzi dal contatto con la cosa…”

Cass. civ. ord. n. 10188.2022

Cinzia SilvestriComune e potere di controllo – responsabilità
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V.I.A. e opzione zero – impatto ambientale

V.I.A. e opzione zero – impatto ambientale

Opzione zero e V.I.A. – impatto ambientale

Consiglio di Stato n. 2062/2022

A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri – 10.4.2022


L’art. 22 comma 3 lett. d) Dlgs. 152/2006 come riformato dalla novella del 2017 (Dlgs. 104/2017) indica che lo studio d’impatto ambientale deve contenere

  1. d) una descrizione delle alternative ragionevoli prese in esame dal proponente, adeguate al progetto ed alle sue caratteristiche specifiche, compresa l’alternativa zero, con indicazione delle ragioni principali alla base dell’opzione scelta, prendendo in considerazione gli impatti ambientali;

Si consideri che fino al 2017 la richiesta di indicare l’opzione zero era indicata nell’art. 21 comma 2 lett. b) Dlgs. 152/2006; norma alla quale fa riferimento anche la sentenza del Consiglio di Stato.

  1. L’autorita’ competente all’esito delle attivita’ di  cui  al comma 1: a) si pronuncia sulle condizioni per l’elaborazione del  progetto e dello studio di impatto ambientale;…      b) esamina  le  principali  alternative,  compresa  l’alternativa zero;

L’alternativa zero (opzione zero) costituisce passaggio importante nella valutazione di impatto ambientale dell’opera che deve essere presa in considerazione dalla amministrazione, fosse solo per rigettarla.

Il Consiglio di Stato n. 2062.2022 affronta il problema dell’alternativa zero nel caso del progetto di ampliamento dell’aeroporto di cagliari.

Utile anche la lettura del T.A.R.-Veneto-Venezia-08.03.2012-n.-333 che si occupa invece dell’impatto zero di un progetto di discarica.

Continua la lettura dell’articolo cliccando qui sopra – lettura utile alla riflessione sull’importanza di questo elemento nello studio di impatto da presentare alla amministrazione ma anche l’importanza per il richiedente di precisare bene l’elemento negativo dell’impatto.

V.I.A. e opzione zero – valutazione – impatto ambientale – consiglio stato 2062/2022 – Studio Legale Ambiente Cinzia Silvestri

Cinzia SilvestriV.I.A. e opzione zero – impatto ambientale
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Rifiuti – Bando MITE 30.3.2022

Rifiuti – Bando MITE 30.3.2022

Rifiuti – Nuovo Bando MITE – 30.3.2022

Progetti di ricerca – trattamento rifiuti

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Pubblicato sul sito del MITE nuovo bando per il cofinanziamento “.. di progetti di ricerca volti allo sviluppo di tecnologie per la prevenzione, il recupero, il riciclaggio ed il trattamento di rifiuti non rientranti nelle categorie già servite da consorzi di filiera, all’ecodesign dei prodotti ed alla corretta gestione dei relativi rifiuti ..”

Sono esclusi dal Bando (c fr. art. 5): Non sono ammissibili a cofinanziamento le proposte progettuali afferenti le tematiche di seguito

elencate in quanto oggetto di cofinanziamento delle precedenti edizioni del Bando:

a)  Recupero di vernici industriali; b)  Recupero di materiali da scarto pulper;c)  Recupero di ceneri vulcaniche;

d)  Recupero energetico dei fanghi da depurazione; e)  Rifiuti contenenti amianto;f)  Plastiche dure non da imballaggio;

g)  Recupero della frazione organica dei rifiuti solidi urbani in impianto locale di prossimità;

h)  Rigenerazione carbotermica dei rottami di metallo duro (contenenti Carburo di Tungsteno e Cobalto);

i)  Digestato liquido; ecc…

leggi bando rifiuti

Cinzia SilvestriRifiuti – Bando MITE 30.3.2022
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