Conferenza Servizi: Circolare 4/2018 – "Buongiorno"

Circolare 4/2018 – Conferenza di Servizi
Ministero P.A. – chiarimenti
segnalazione a cura Studio Legale Ambiente


Lodevole la Circolare dell’Avvocato Buongiorno – e Ministro della Pubblica Amministrazione – , che cerca di porre chiarimenti esaustivi al procedimento della Conferenza Servizi. Circolare del 3.12.2018, pubblicata sul sito del Ministero, e composta di 4 schede riassuntive, esplicative che riportano “domande e risposte”. Nei limiti della valenza di una circolare, priva di contenuto normativo, il Ministero ha fornito chiarimenti attendibili che certamente aiutano gli operatori quantomeno ad uniformare l’applicazione di tale istituto.
Si allega testo della Circolare 4/2018 Min. P.A —->  Circolare Buongiorno

adminConferenza Servizi: Circolare 4/2018 – "Buongiorno"
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Decreto Sicurezza: DL 113/2018 convertito in Legge

Decreto Sicurezza – pubblicato in Gazzetta. Uff. 3.12.2018
DL 113/2018 convertito in Legge n. 132/2018 – vigente al 3.12.2018
segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente


Pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 3.12.2018 il Decreto Sicurezza (DL 113/2018 –  L. 132/2018).
Il Decreto si occupa dei permessi di soggiorno, cittadinanza, occupazioni di edifici; modifica il codice della strada, punisce l’accattonaggio, modifica il codice di procedura penale, precisa sulle priorità della confisca dei beni… ma prevede anche l’obbligo di predisporre un piano di emergenza per i gestori di impianti di stoccaggio e lavorazione rifiuti….
Si allega testo del DL 113/2018 convertito in Legge: Decreto Sicurezza 113.2018

adminDecreto Sicurezza: DL 113/2018 convertito in Legge
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Decreto Sicurezza: obbligo Piani di Emergenza impianti stoccaggio

Decreto Sicurezza – Piani di emergenza impianti di stoccaggio e lavorazione rifiuti
DL. 113/2013 convertito in Legge n. 132/2018
segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente


L’art. 26 bis del DL 113/2018 impone ai gestori di impianti di stoccaggio e di lavorazione rifiuti di predisporre un piano di emergenza entro il 3 marzo 2019….
(( Art. 26-bis Piano di emergenza interno per gli impianti di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti 1. I gestori di impianti di stoccaggio e di lavorazione dei rifiuti, esistenti o di nuova costruzione, hanno l’obbligo di predisporre un piano di emergenza interna allo scopo di:
a) controllare e circoscrivere gli incidenti in modo da minimizzarne gli effetti e limitarne i danni per la salute umana, per l’ambiente e per i beni;
b) mettere in atto le misure necessarie per proteggere la salute umana e l’ambiente dalle conseguenze di incidenti rilevanti;
c) informare adeguatamente i lavoratori e i servizi di emergenza e le autorita’ locali competenti; d) provvedere al ripristino e al disinquinamento dell’ambiente dopo un incidente rilevante.
2. Il piano di emergenza interna e’ riesaminato, sperimentato e, se necessario, aggiornato dal gestore, previa consultazione del personale che lavora nell’impianto, ivi compreso il personale di imprese subappaltatrici a lungo termine, ad intervalli appropriati, e, comunque, non superiori a tre anni. La revisione tiene conto dei cambiamenti avvenuti nell’impianto e nei servizi di emergenza, dei progressi tecnici e delle nuove conoscenze in merito alle misure da adottare in caso di incidente rilevante.
3. Per gli impianti esistenti, il piano di emergenza interna di cui al comma 1 e’ predisposto entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
4. Il gestore trasmette al prefetto competente per territorio tutte le informazioni utili per l’elaborazione del piano di emergenza esterna, di cui al comma 5.
5. Per gli impianti di cui ai commi precedenti, al fine di limitare gli effetti dannosi derivanti da incidenti rilevanti, il prefetto, d’intesa con le regioni e con gli enti locali interessati, predispone il piano di emergenza esterna all’impianto e ne coordina l’attuazione.
6. Il piano di cui al comma 5 e’ predisposto allo scopo di: a) controllare e circoscrivere gli incidenti in modo da minimizzarne gli effetti e limitarne i danni per la salute umana, per l’ambiente e per i beni; b) mettere in atto le misure necessarie per proteggere la salute umana e l’ambiente dalle conseguenze di incidenti rilevanti, in particolare mediante la cooperazione rafforzata con l’organizzazione di protezione civile negli interventi di soccorso; c) informare adeguatamente la popolazione, i servizi di emergenza e le autorita’ locali competenti; d) provvedere sulla base delle disposizioni vigenti al ripristino e al disinquinamento dell’ambiente dopo un incidente rilevante.
7. Il prefetto redige il piano di emergenza esterna entro dodici mesi dal ricevimento delle informazioni necessarie da parte del gestore, ai sensi del comma 4.
8. Il piano di cui al comma 5 e’ riesaminato, sperimentato e, se necessario, aggiornato, previa consultazione della popolazione, dal prefetto ad intervalli appropriati e, comunque, non superiori a tre anni. La revisione tiene conto dei cambiamenti avvenuti negli impianti e nei servizi di emergenza, dei progressi tecnici e delle nuove conoscenze in merito alle misure da adottare in caso di incidenti rilevanti.
9. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, d’intesa con il Ministro dell’interno per gli aspetti concernenti la prevenzione degli incendi, previo accordo sancito in sede di Conferenza unificata, sono stabilite le linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna e per la relativa informazione alla popolazione. 10. All’attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo si provvede senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. ))

adminDecreto Sicurezza: obbligo Piani di Emergenza impianti stoccaggio
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Videosorveglianza e Decreto "Sicurezza"

Decreto Sicurezza in vigore dal 3.12.2018
DL 113/2018 convertito in Legge 132/2018
segnalazione a cura Studio Legale Ambiente


Il Decreto Sicurezza è pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
L’art. 35 – quinquies elargisce i fondi per realizzare ciò che il DL 14/2017 aveva già sancito e predisposto, forse inutilmente.
In particolare si invita alla lettura dell’art. 35 quinquies con la nota di riferimento poco conosciuta e dimenticata dalla amministrazioni.
Art. 35-quinquies DL 113/2018 – Videosorveglianza
1. Al fine di potenziare gli interventi in materia di sicurezza urbana per la realizzazione degli obiettivi di cui all’articolo 5, comma 2, lettera a), del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 aprile 2017, n. 48, con riferimento all’installazione, da parte dei comuni, di sistemi di videosorveglianza, l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 5, comma 2-ter, del citato decreto-legge n. 14 del 2017 e’ incrementata di 10 milioni di euro per l’anno 2019, di 17 milioni di euro per l’anno 2020, di 27 milioni di euro per l’anno 2021 e di 36 milioni di euro per l’anno 2022.
2. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione delle autorizzazioni di spesa di cui all’articolo 1, comma 140, lettere b) ed e), della legge 11 dicembre 2016, n. 232, nell’ambito del programma «Contrasto al crimine, tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica» della missione «Ordine pubblico e sicurezza» dello stato di previsione del Ministero dell’interno.
3. Le autorizzazioni di spesa di cui al comma 2 possono essere reintegrate mediante rimodulazione di risorse finanziarie assegnate o da assegnare al Ministero dell’interno per la realizzazione di investimenti.

Riferimenti normativi – Per completezza di informazione si riporta il testo dell’art. 5 del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14 (Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle citta’):

«Art. 5 (Patti per l’attuazione della sicurezza urbana).

1. In coerenza con le linee generali di cui all’art. 2, con appositi patti sottoscritti tra il prefetto ed il sindaco, nel rispetto di linee guida adottate, su proposta del Ministro dell’interno, con accordo sancito in sede di Conferenza Stato-citta’ e autonomie locali, possono essere individuati, in relazione alla specificita’ dei contesti, interventi per la sicurezza urbana, tenuto conto anche delle esigenze delle aree rurali confinanti con il territorio urbano.

2. I patti per la sicurezza urbana di cui al comma 1 perseguono, prioritariamente, i seguenti obiettivi:

a) prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalita’ diffusa e predatoria, attraverso servizi e interventi di prossimita’, in particolare a vantaggio delle zone maggiormente interessate da fenomeni di degrado, anche coinvolgendo, mediante appositi accordi, le reti territoriali di volontari per la tutela e la salvaguardia dell’arredo urbano, delle aree verdi e dei parchi cittadini e favorendo l’impiego delle forze di polizia per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio, nonche’ attraverso l’installazione di sistemi di videosorveglianza;

b) promozione e tutela della legalita’, anche mediante mirate iniziative di dissuasione di ogni forma di condotta illecita, compresi l’occupazione arbitraria di immobili e lo smercio di beni contraffatti o falsificati, nonche’ la prevenzione di altri fenomeni che comunque comportino turbativa del libero utilizzo degli spazi pubblici;

c) promozione del rispetto del decoro urbano, anche valorizzando forme di collaborazione interistituzionale tra le amministrazioni competenti, finalizzate a coadiuvare l’ente locale nell’individuazione di aree urbane su cui insistono plessi scolastici e sedi universitarie, musei, aree e parchi archeologici, complessi monumentali o altri istituti e luoghi della cultura o comunque interessati da consistenti flussi turistici, ovvero adibite a verde pubblico, da sottoporre a particolare tutela ai sensi dell’art. 9, comma 3; c-bis) promozione dell’inclusione, della protezione e della solidarieta’ sociale mediante azioni e progetti per l’eliminazione di fattori di marginalita’, anche valorizzando la collaborazione con enti o associazioni operanti nel privato sociale, in coerenza con le finalita’ del Piano nazionale per la lotta alla poverta’ e all’esclusione sociale.

2-bis. I patti di cui al presente articolo sono sottoscritti tra il prefetto e il sindaco, anche tenendo conto di eventuali indicazioni o osservazioni acquisite da associazioni di categoria comparativamente piu’ rappresentative.

2-ter. Ai fini dell’installazione di sistemi di videosorveglianza di cui al comma 2, lettera a), da parte dei comuni, e’ autorizzata la spesa di 7 milioni di euro per l’anno 2017 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell’ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.

2-quater. Con decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono definite le modalita’ di presentazione delle richieste da parte dei comuni interessati nonche’ i criteri di ripartizione delle risorse di cui al comma 2-ter sulla base delle medesime richieste.

2-quinquies. Il Ministro dell’economia e delle finanze e’ autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.».

– Si riporta il testo dell’art. 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 21 dicembre 2016, n. 297, supplemento ordinario:

«Art. 1. – (Omissis). 140. Nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze e’ istituito un apposito fondo da ripartire, con una dotazione di 1.900 milioni di euro per l’anno 2017, di 3.150 milioni di euro per l’anno 2018, di 3.500 milioni di euro per l’anno 2019 e di 3.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2032, per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, anche al fine di pervenire alla soluzione delle questioni oggetto di procedure di infrazione da parte dell’Unione europea, nei settori di spesa relativi a: a) trasporti, viabilita’, mobilita’ sostenibile, sicurezza stradale, riqualificazione e accessibilita’ delle stazioni ferroviarie; b) infrastrutture, anche relative alla rete idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione; c) ricerca; d) difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche; e) edilizia pubblica, compresa quella scolastica; f) attivita’ industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni; g) informatizzazione dell’amministrazione giudiziaria; h) prevenzione del rischio sismico; i) investimenti per la riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle citta’ metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia; l) eliminazione delle barriere architettoniche. L’utilizzo del fondo di cui al primo periodo e’ disposto con uno o piu’ decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con i Ministri interessati, in relazione ai programmi presentati dalle amministrazioni centrali dello Stato. Gli schemi dei decreti sono trasmessi alle Commissioni parlamentari competenti per materia, le quali esprimono il proprio parere entro trenta giorni dalla data dell’assegnazione; decorso tale termine, i decreti possono essere adottati anche in mancanza del predetto parere. Con i medesimi decreti sono individuati gli interventi da finanziare e i relativi importi, indicando, ove necessario, le modalita’ di utilizzo dei contributi, sulla base di criteri di economicita’ e di contenimento della spesa, anche attraverso operazioni finanziarie con oneri di ammortamento a carico del bilancio dello Stato, con la Banca europea per gli investimenti, con la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa, con la Cassa depositi e prestiti Spa e con i soggetti autorizzati all’esercizio dell’attivita’ bancaria ai sensi del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1º settembre 1993, n. 385, compatibilmente con gli obiettivi programmati di finanza pubblica. Fermo restando che i decreti di cui al periodo precedente, nella parte in cui individuano interventi rientranti nelle materie di competenza regionale o delle province autonome, e limitatamente agli stessi, sono adottati previa intesa con gli enti territoriali interessati, ovvero in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, per gli interventi rientranti nelle suddette materie individuati con i decreti adottati anteriormente alla data del 18 aprile 2018 l’intesa puo’ essere raggiunta anche successivamente all’adozione degli stessi decreti. Restano in ogni caso fermi i procedimenti di spesa in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto nei termini indicati dalla sentenza della Corte costituzionale n. 74 del 13 aprile 2018. (Omissis).».

adminVideosorveglianza e Decreto "Sicurezza"
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Acque, Escherichia Coli – modifica PTA Regione Veneto

Escherichia Coli: Regione Veneto modifica PTA di cui alla DGRV n. 107/2009
DGRV 1023 del 17.7.2018 pubblicato su BUR 14.8.2018
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La Regione Veneto aggiorna il Piano Tutela Acque (PTA) di cui all DGRV n. 107/2009.
Di particolare interesse è l’aggiornamento delle note del PTA relative al Parametro Escherichia Coli.
La modifica è giustificata e preannunciata nel parere di risposta (FAQ) della Regione a quesito posto dalla provincia di Rovigo e relativo al limite da applicare per le acque di balneazione. La Regione invero si accorgeva della vetustà dei riferimenti di cui al PTA e alla relativa confusione applicativa.
Il Parere della Regione conferma che:

  • il parametro Escherichia Coli è contestabile solo in certi periodi dell’anno e con riferimento agli usi antropici, ad esempio, balneazione, uso irriguo ecc..
  • Il limite deve essere indicato in sede di autorizzazione allo scarico dalla amministrazione competente in quanto è un parametro che può necessitare di maggiori restrizioni rispetto al limite di 5000 UFC /ml; limite quest’ultimo solo “consigliato” dal legislatore anche Regionale.

Al fine di comprendere meglio le ragioni che hanno portato alla modifica si precisa:
1) Si riporta il parere pubblicato nelle FAQ nel ….continua lettura Escherichia Coli nel PTA 107.2009

adminAcque, Escherichia Coli – modifica PTA Regione Veneto
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Focus 5 – Elenco rifiuti – art. 7 Direttiva UE 2018/851

Elenco rifiuti – Focus  5
Direttiva 2018/851 UE  rifiuti – vigente dal 4.7.2018
Schema confronto art. 7 Elenco Rifiuti
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La direttiva lascia quasi inalterato l’art. 7 della Direttiva 2008/98.
L’art.7 Direttiva 2008/98 è così modificato:

art. 7 Elenco Rifiuti

Le misure intese a modificare elementi non essenziali della presente direttiva, relative all’aggiornamento dell’elenco dei rifiuti istituito dalla decisione 2000/532/CE, sono adottate secondo la procedura di regolamentazione con controllo di cui all’articolo 39, paragrafo 2. L’elenco dei rifiuti include i rifiuti pericolosi e tiene conto dell’origine e della composizione dei rifiuti e, ove necessario, dei valori limite di concentrazione delle sostanze pericolose. Esso è vincolante per quanto concerne la determinazione dei rifiuti da considerare pericolosi. L’inclusione di una sostanza o di un oggetto nell’elenco non significa che esso sia un rifiuto in tutti i casi. Una sostanza o un oggetto è considerato un rifiuto a definizione di cui all’articolo 3, punto 1.
 
«1. Alla Commissione è conferito il potere di adottare atti delegati
conformemente all’articolo 38 bis per
integrare la presente direttiva stabilendo e rivedendo a norma dei paragrafi 2 e 3 del presente articolo un elenco di rifiuti.»;
L’elenco dei rifiuti include i rifiuti pericolosi e tiene conto dell’origine e della composizione dei rifiuti e, ove necessario, dei valori limite di concentrazione delle sostanze pericolose. Esso è vincolante per quanto concerne la determinazione dei rifiuti da considerare pericolosi. L’inclusione di una sostanza o di un oggetto nell’elenco non significa che esso sia un rifiuto in tutti i casi. Una sostanza o un oggetto è considerato un rifiuto a definizione di cui all’articolo 3, punto 1.
 
2. Uno Stato membro può considerare come pericolosi rifiuti che, pur non figurando come tali nell’elenco dei rifiuti, presentano una o più caratteristiche fra quelle elencate nell’allegato III. Lo Stato membro notifica senza indugio tali casi alla Commissione. Esso li iscrive nella relazione di cui all’articolo 37, paragrafo 1, fornendole tutte le informazioni pertinenti. Alla luce delle notifiche ricevute, l’elenco è riesaminato per deciderne l’eventuale adeguamento. «2. Uno Stato membro può considerare come pericolosi i rifiuti che, pur non figurando come tali nell’elenco dei rifiuti, presentano una o più caratteristiche fra quelle elencate nell’allegato III. Lo Stato membro notifica senza indugio tali casi alla Commissione e fornisce alla stessa tutte le informazioni pertinenti. Alla luce delle notifiche ricevute, l’elenco è riesaminato per deciderne l’eventuale adeguamento.»;
3. Uno Stato membro può considerare come non pericoloso uno specifico rifiuto che nell’elenco è indicato come pericoloso se dispone di prove che dimostrano che esso non possiede nessuna delle caratteristiche elencate nell’allegato III. Lo Stato membro notifica senza indugio tali casi alla Commissione fornendole tutte le prove necessarie. Alla luce delle notifiche ricevute, l’elenco è riesaminato per deciderne l’eventuale adeguamento.
 
4. La declassificazione da rifiuto pericoloso a rifiuto non pericoloso non può essere ottenuta attraverso una diluizione o una miscelazione del rifiuto che comporti una riduzione delle concentrazioni iniziali di sostanze pericolose sotto le soglie che definiscono il carattere pericoloso di un rifiuto.
5. Le misure intese a modificare elementi non essenziali della presente direttiva, relative al riesame dell’elenco per deciderne l’eventuale adeguamento in conformità dei paragrafi 2 e 3, sono adottate secondo la procedura di regolamentazione con controllo di cui all’articolo 39, paragrafo 2. soppresso
6. Gli Stati membri possono considerare un rifiuto come non pericoloso in base all’elenco di rifiuti di cui al paragrafo 1.
7. La Commissione provvede affinché l’elenco dei rifiuti e ogni suo eventuale riesame rispettino, se del caso, i principi di chiarezza, comprensibilità e accessibilità per gli utenti, in particolare le piccole e medie imprese (PMI).

 

adminFocus 5 – Elenco rifiuti – art. 7 Direttiva UE 2018/851
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Abbandono rifiuti: risponde il dipendente della Società?

Abbandono rifiuti: risponde il dipendente della Società?
Cass. pen. 28492/2018
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il dipendente di una Società con mansioni di autista abbandonava in modo incontrollato su una strada di pubblico transito rifiuti speciali non pericolosi .
Il Tribunale condanna ai sensi dell’art. 256 co. 1 lett. 1 e comma 2 Dlgs. 152/2006 non solo il dipendente autore dell’abbandono ma anche il legale rappresentante dell’impresa attribuendogli un concorsonella condotta.
Il legale rappresentante impugna la sentenza di condanna che “fonda la colpevolezza dell’imputata sull’art. 40 c.p. secondo il quale non impedire un reato che si ha l’obbligo di impedire equivale a cagionarlo, senza nulla aggiungere…”
 
La Cassazione precisa che ….continua lettura articolo Cass. pen. 28492/2018 dipendente abbandono rifiuti

adminAbbandono rifiuti: risponde il dipendente della Società?
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Obblighi della P.A. – Inerzia della P.A.: Cassazione civ. 24198/2018

Obblighi della P.A. – inerzia della P.A.
“non rendendo forte la Giustizia, si finirebbe per rendere giusta la Forza” (B. Pascal). Riflessioni sull’agire della amministrazione e sul senso di giustizia.
Cass. civ. n. 24198/2018
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il fatto descritto dalla Cassazione civile 24198/2018 è di  mala amministrazione.
La decisione della Corte commuove per la semplicità di ragionamento  e ci regala, per un attimo, quel senso di giustizia che cerchiamo ogni volta che ci rivolgiamo alla magistratura.
ll fatto narrato non attiene propriamente alla materia “ambientale” ma tratta un tema trasversale che interessa ogni campo del diritto: l’abuso, l’inerzia della pubblica amministrazione, il diritto violato del cittadino alla giustizia.
Il fatto  – inerzia della P.A. e sgombero
Due società vedono occupati i propri immobili abusivamente da terzi (32+18 appartamenti) ovvero dal “Movimento per la casa”. Le due società proprietarie denunciarono il fatto alla Procura della Repubblica che ordinò lo sgombero degli immobili abusivamente occupati.
Il provvedimento di sgombero, legittimo, non venne subito eseguito dalla P.A.,dalle forze dell’ordine.
Il Comune, il prefetto, il questore“si astennero deliberatamente …..CONTINUA LETTURA COMMENTO A CASS. CIV. 24198/2018 

adminObblighi della P.A. – Inerzia della P.A.: Cassazione civ. 24198/2018
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Comune contro Provincia: chi rimuove i rifiuti?

Comune contro Provincia: chi rimuove i rifiuti?
La P.A. è corresponsabile..se non si attiva.
TAR Calabria n. 257/2018
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il Comune ordina (con ordinanza in urgenza ex art. 54 TUEL) ai responsabili dell’inquinamento e alla Provincia, quale obbligato in solido, di procedere alla caratterizzazione e alla rimozione di rifiuti depositati da terzi in un tratto di proprietà demaniale (demanio fluviale provinciale).
La Provincia si difende e sostiene che il Comune doveva prima attivare il procedimento di smaltimento e ripristino nei confronti degli effettivi responsabili correttamente individuati dal comune ed oggetto della ordinanza. E solo nel caso di impossibilità o inerzia di questi attivarsi nei confronti della Provincia chiamato quale obbligato in solido.
Risponde il TAR precisando ..continua lettura articolo TAR 257/2018 – 192 e P.A. responsabilità

adminComune contro Provincia: chi rimuove i rifiuti?
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Amianto: è vizio dell'immobile venduto?

Amianto: è un vizio dell’immobile Venduto?
a cura di Studio Legale Ambiente


Sono poche le sentenze sul tema.
Accade che il bene immobile venduto manifesti (dopo la vendita) la presenza di amianto dovuto a cattiva manutenzione e che richiede vera e propria bonifica. In questo caso la questione, posta all’attenzione del Tribunale di Prato nel 2014 (amianto nella parte condominiale dell’immobile compravenduto) riconosceva le ragioni del compratore e condannava il venditore alla rifusione del minor valore del bene nella sua parte di millesimi condominiali.
Il venditore è tenuto al pagamento del valore dovuto alla diminuzione del valore del bene ovvero agli interventi di bonifica eseguiti o da eseguire. Tuttavia la presenza di amianto non costituisce vizio di per se’. L’amianto costituisce vizio solo quando richieda l’intervento di bonifica (da accertare in sede giudiziale).
Ilvenditore che non sia responsabile dell’inquinamento (laddove tenuto al pagamento – e molte sono le variabili che possono escludere la sua responsabilità),  può sempre rivalersi nei confronti di terzi soggetti inquinatori.
La L. 257/1992 invero non impedisce la vendita di beni contenenti amianto che possono dunque circolare.
Precisa il Tribunale di Milano del 27.9.2006: ” la presenza di amianto in sé non costituisce un vizio della cosa, tenuto presente che la normativa non vieta la presenza di detto materiale in manufatti risalenti alla data di entrata in vigore della legge 257/1992, ma si limita ad imporne, ove ne ricorrano i presupposti previsti dal Dlgs. 277/91 ss.. la valutazione del rischio o comunque la gestione al punto di evitarne l’offensività o di limitarla nei limiti accettabili previsti dal legislatore”. 

adminAmianto: è vizio dell'immobile venduto?
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Privacy: in vigore dal 19.9.2018 il nuovo Dlgs. 101.2018

Privacy: nuove regole
Dlgs. 101/2018 in vigore dal 19.9.2018
segnalazione a cura Studio legale Ambiente


Da oggi, 19.9.2018, entra in vigore il nuovo Codice Privacy che sostituisce e modifica il Dlgs. 196/2003 in attuazione della direttiva UE GDPR 2016/679
Le modifiche sono sostanziali. Si allega anche testo di confronto delle modifiche pubblicato sul sito del Garante della Privacy; testo che aiuta a comprendere la nuova impostazione.
Si segnala ad esempio l’abrogazione del capo III sulla Videosorveglianza (art. 133).
Dlgs. 101.2018 privacy   GarantePrivacy

adminPrivacy: in vigore dal 19.9.2018 il nuovo Dlgs. 101.2018
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Cani al guinzaglio….

Cani al guinzaglio….e raccolta feci
Ordinanza 6.8.2013 prorogata fino al 29.8.2019
segnalazione a cura Studio Legale Ambiente


Con ordinanza del 25.6.2018 il Ministero della Salute ha prorogato
la vigenza della ordinanza del 6.8.2013: " 1. Il termine di validita'
dell'ordinanza del Ministro della salute 6 agosto 2013, prorogato da
ultimo con l'ordinanza 20 luglio 2017, e' ulteriormente prorogato
di dodici mesi a decorrere dalla data del  29 agosto 2018...".
Così recita l'art. 1 comma 4 dell'ordinanza citata: 4.
E' fatto obbligo a chiunque conduca il cane in ambito
urbano raccoglierne le feci e avere con se' strumenti
idonei alla raccolta delle stesse.....

*Ordinanza 6.8.2013 *

adminCani al guinzaglio….
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Criteri Minimi Ambientali – illuminazione pubblica – bandi

(C.A.M.) – Criteri  ambientali minimi  per  «l’affidamento  del  servizio   di illuminazione pubblica» – DM 28.3.2018
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri in collaborazione Rivista Recoverweb – giugno 2018 pag. 72,73


Il Ministero dell’Ambiente ha emesso Decreto del 28.3.2018 pubbl. Gazz. Uff. 28.4.2018 sui C.A.M. relativi alla illuminazione pubblica (servizio) con vigenza entro 120 giorni ovvero al 28.8.2018.  Il DM/Illuminazione è occasione per ricordare l’evoluzione normativa e la struttura tipica dei CAM che impone la previsione nei bandi di gara di alcune clausole contrattuali basiche e premianti, il cui mancato rispetto viene sanzionato con la previsione di apposite penali.
continua lettura articolo CAM recowerweb

adminCriteri Minimi Ambientali – illuminazione pubblica – bandi
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Aria, emissioni, ossidi di azoto, ammoniaca … Dlgs. 81/2018

Riduzione delle Emissioni – Dlgs. 81/2018 

Riduzione delle  emissioni di origine antropica di biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici, volatili non metanici, ammoniaca e particolato fine;

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente


In vigore dal 17.7.2018 il Dlgs. 81/2018 di Attuazione della direttiva (UE) 2016/2284 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 dicembre 2016, concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, che modifica la direttiva 2003/35/CE e abroga la direttiva 2001/81/CE.

Il Dlgs. 171/2004 recante attuazione della direttiva 2001/81/CE, relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici, e’ abrogato. Resta ferma fino al 31 dicembre 2019, l’applicazione dei limiti nazionali di emissione previsti dall’articolo 1 e dall’allegato I del decreto legislativo n. 171 del 2004.

Importante l’allegato 2 che indica le percentuali di riduzione da applicare ai singoli parametri.

Vai alla lettura dei testi:

Dlgs. 81/2018 emissioni

allegato 1 Dlgs. 81/2018 

allegato 2  Dlgs. 81/2018 

adminAria, emissioni, ossidi di azoto, ammoniaca … Dlgs. 81/2018
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Sottoprodotto – Direttiva 2018/851 – Focus 4

Sottoprodotto – Focus  4
Direttiva 2018/851 UE  rifiuti – vigente dal 4.7.2018
Schema confronto art. 5 Sottoprodotti
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La Direttiva non muta i presupposti per la qualifica di sottoprodotto di un rifiuto. Introduce però criteri per rendere più probabile, che certa, la qualifica di sottoprodotto auspicando e imponendo agli stati membri di precisare “ciò che è sottoprodotto”. L’affermazione della direttiva si incammina verso la creazione di elenchi dei rifiuti considerati sottoprodotti. Il sottoprodotto è pur sempre un rifiuto di produzione che in presenza di certe condizioni non è  …continua lettura articolo sottoprodotto 

adminSottoprodotto – Direttiva 2018/851 – Focus 4
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Responsabilità estesa del produttore – focus 3

Responsabilità estesa del produttore – Focus  3
Direttiva 2018/851 UE  rifiuti – vigente dal 4.7.2018
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La responsabilità del produttore diventa “estesa”. L’art. 3 della Direttiva aggiunge al punto 21 la definizione della “responsabilità estesa del produttore”:
«21. «regime di responsabilità estesa del produttore»,una serie di misure adottate dagli Stati membri volte ad assicurare che ai produttori di prodotti spetti la responsabilità finanziaria o la responsabilità finanziaria e organizzativa della gestione della fase del ciclo di vita in cui il prodotto diventa un rifiuto.»;
Tale definizione, generica, trova poi idonea specificazione dell’introduzione dell’art. 8bis alla Direttiva appositamente ..continua lettura articolo 

adminResponsabilità estesa del produttore – focus 3
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Sicurezza: aumento importo sanzioni dal 1.7.2018

Sicurezza: aumento sanzioni dal 1.7.2018
Decreto Direttoriale Ispettorato Lavoro e Circolare del 22.6.2018
segnalazione a cura Studio Legale Ambiente


Con Decreto Direttoriale l’ispettorato del Lavoro ha indicato l’aumento dell’1,9% delle” ammende previste con riferimento alle contravvenzioni in materia di igiene, salute e sicurezza sul lavoro e le sanzioni amministrative pecuniarie previste dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 nonché da atti aventi forza di legge, sono rivalutate, a decorrere dal 1° luglio 2018, nella misura dell’1,9%.
Segue Circolare del 22.6.2018 che precisa l’ambito di applicazione e la tabella riepilogativa delle sanzioni.
Si allegano
Decreto dir. 12.2018 sanzioni
circolare sanzioni
riepilogo sanzioni

adminSicurezza: aumento importo sanzioni dal 1.7.2018
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Direttiva UE 2018/851: cernita – Focus 2

Modifica alla Direttiva 2008/98 CE – cernita
Direttiva 2018/851 UE  rifiuti – vigente dal 4.7.2018
Focus 2 – gestione rifiuti.
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La cernita di rifiuti è senza dubbio attività che rientra nella gestione dei rifiuti. L’art. 3 della direttiva CE 2008/98 viene sostituito, laddove,  innova solo nella parte in cui prevede la cernita; operazione che ricorre in numerosi “considerando” della Direttiva 2018/851.
Considerando:
6) Sul totale dei rifiuti generati nell’Unione, quelli urbani costituiscono una quota compresa tra il 7 e il 10 %; si tratta, tuttavia..continua lettura articolo cernita 

adminDirettiva UE 2018/851: cernita – Focus 2
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Albo Gestori Ambientali: Delibera categoria 4-bis "ferrosi"

Delibera Albo gestori Ambientali – categoria 4bis materiali ferrosi
segnalazione a cura Studio Legale Ambiente


Entra in vigore il 15.6.2018  la Delibera Albo Gestori Ambientali relativa all categoria 4 – bis per gestori e trasportatori materiali ferrosi
” Deliberazione del 24 aprile 2018. – Individuazione della sottocategoria 4-bis (imprese che effettuano attività di raccolta e trasporto di rifiuti non pericolosi costituiti da metalli ferrosi e non ferrosi ai sensi dell’articolo 1, comma 124, della legge 4 agosto 2017, n. 124). Criteri e requisiti per l’iscrizione…”
Attenzione però che …” L’iscrizione in tale sottocategoria non consente la contemporanea iscrizione nelle categorie dell’Albo relative al trasporto dei rifiuti…”. Vai alla lettura Delibera categoria 4bis ferrosi

adminAlbo Gestori Ambientali: Delibera categoria 4-bis "ferrosi"
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V.I.A.: sanzioni -schema comparato art. 29 Dlgs. 152/2006

V.I.A. e sanzioni: modifiche all’art. 29 Dlgs. 152/2006
Novità del Dlgs. 104/2017
In collaborazione con la rivista Recoverweb – articolo pubblicato marzo 2018
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


L’art. 29 del Dlgs. 152/2006, che disciplina il sistema sanzionatorio della V.I.A[1].,  è stato ampiamente revisionato dal Dlgs. 104/2017.
Si segnalano alcune novità.

  • Controllo: viene espunto dal testo del nuovo art. 29 ogni riferimento al sistema di controllo affidato al “sistema agenziale” ovvero all’ARPA. L’art. 29 è dedicato solo al “sistema sanzionatorio” e non a “controllo e sanzioni”.
  • Sanzioni nel sistema previgente: L’art. 29 previgente articolava le sanzioni come misure ripristinatorie …...continua lettura articolo – sanzioni VIA recoverweb

[1]Valutazione Impatto Ambientale

adminV.I.A.: sanzioni -schema comparato art. 29 Dlgs. 152/2006
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Inceneritori .. decide la Corte di Giustizia UE

Rifiuti.Norme interne in materia di termovalorizzazione rimessione alla CGCE
TAR Lazio Sez. I n. 4574 del 24 aprile 2018
segnalazione a cura Cinzia Silvestri – Studio legale Ambiente


Il TAR Lazio rimette alcune questioni alla  Corte di Giustizia UE.
1) la prima questione pregiudiziale è importante perchè pone in luce le mancanze della legislazione italiana rispetto alla direttiva 2008/98/CE: “Dica la Corte di Giustizia UE se gli artt. 4 e 13 della Direttiva 2008/98/CE, unitamente ai “considerando” 6, 8, 28 e 31, ostano a una normativa interna primaria e alla sua correlata normativa secondaria di attuazione – quali l’art. 35, comma 1, d.l. n. 133/2014, come convertito in l. n. 164/2014, e il d.p.c.m. 10.8.2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 233 del 5.10.2016 – laddove qualificano solo gli impianti di incenerimento ivi considerati secondo l’illustrazione degli Allegati e delle Tabelle di cui al d.p.c.m. quali infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, che attuano un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani e assimilati e che garantiscono la sicurezza nazionale nell’autosufficienza, dato che una simile qualificazione non è stata parimenti riconosciuta dal legislatore interno agli impianti volti al trattamento dei rifiuti a fini di riciclo e riuso, pur essendo tali due modalità preminenti nella gerarchia dei rifiuti di cui alla richiamata Direttiva”.
2) Anche la secondo questione pone in luce una finalità primarie e dimenticata degli impianti di incenerimento ovvero quella di limitare il conferimento in discarica: “In subordine, se non osta quanto sopra richiesto, dica la Corte di Giustizia UE se gli articoli 4 e 13 della Direttiva 2008/98/CE ostano a una normativa interna primaria e alla sua correlata normativa secondaria di attuazione – quali l’art. 35, comma 1, d.l. n. 133/2014, come convertito in l. n. 164/2014, e il d.p.c.m. 10.8.2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 233 del 5.10.2016 – laddove qualificano gli impianti di incenerimento di rifiuti urbani quali infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, allo scopo di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore, oltre che al fine di limitare il conferimento di rifiuti in discarica”.
3) La terza questione colpisce i poteri attribuiti al PCM anche in assenza di V.A.S.: “Dica la Corte di Giustizia UE se gli articoli 2, 3, 4, 6, 7, 8, 9, 10, 11 e 12 della Direttiva 2001/42/CE, anche in combinato disposto tra loro, ostino all’applicazione di una normativa interna primaria e alla sua correlata normativa secondaria di attuazione – quali l’art. 35, comma 1, d.l. n. 133/2014, come convertito in l. n. 164/2014, e il d.p.c.m. 10.8.2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 233 del 5.10.2016 – la quale prevede che il Presidente del Consiglio dei Ministri possa con proprio decreto rideterminare in aumento la capacità degli impianti di incenerimento in essere nonché determinare il numero, la capacità e la localizzazione regionale degli impianti di incenerimento con recupero energetico di rifiuti urbani e assimilati da realizzare per coprire il fabbisogno residuo determinato, con finalità di progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale e nel rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio, senza che tale normativa interna preveda che, in fase di predisposizione di tale piano emergente dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, si applichi la disciplina di valutazione ambientale strategica così come prevista dalla richiamata Direttiva 2001/42/CE”.

Vai alla lettura ordinanza TAR Lazio  4574.18 UE

adminInceneritori .. decide la Corte di Giustizia UE
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Amianto: INAIL e prestazione una tantum a favore eredi

Amianto: INAIL  eroga prestazione una tantum agli eredi dei malati
segnalazione a cura Studio Legale Ambiente


Il decreto interministeriale del 24 aprile 2018 del Ministero del Lavoro determina la misura e le modalità per l’accesso alla prestazione, a favore dei malati di mesotelioma non professionale e ai loro eredi per il triennio 2018-2020.
L’INAIL eroga una prestazione una tantum pari a 5.600 euro, per ciascuno degli anni del triennio, a coloro che abbiano contratto la patologia per esposizione ambientale o per esposizione familiare a lavoratori impiegati nella lavorazione dell’amianto,  ….….Vai alla lettura del decreto INAIL 

adminAmianto: INAIL e prestazione una tantum a favore eredi
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Appalti: Direttore dei Lavori – Linee Guida

Regolamento – Direttore Lavori e direttore dell’esecuzione

segnalazione a cura Studio Legale Ambiente


Pubblicato in Gazzetta ufficiale 15.5.2018 il Decreto 49/2018 vigente al 30.5.2018  con Regolamento recante: «Approvazione delle linee guida sulle modalita’ di svolgimento delle funzioni del direttore dei lavori e del direttore dell’esecuzione».
Regolamento che disciplina le funzioni e i rapporti tra il Direttore Lavori e gli appalti ex Dlgs. 50/2016   ……..vai alla lettura del decreto intero. Direttore Lavori 

adminAppalti: Direttore dei Lavori – Linee Guida
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Rumore – vociare dei clienti

Rumore – vociare dei clienti – responsabilità del gestore del locale
Cass. pen. sent. n. 19090/2018
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il gestore di un locale è tenuto ad impedire che il vociaredei clienti disturbi la quiete pubblica. Non basta che il gestore ponga avvisi ai clienti o altri accorgimenti; ciò che conta è solo l’idoneità dei presidi ad impedire il disturbo della quiete pubblica. Nel caso in esame il gestore di un bar arriva in Cassazione ritenendo non solo di aver posto in essere tutti i presidi anche tecnici per evitare il disturbo ma anche di non essere responsabile di attività, vociare, compiuta da altri.
La Cassazione è di altro avviso.
La Cassazione ricorda che per ...continua lettura articolo rumore – vociare – gestore

adminRumore – vociare dei clienti
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